Alice nel paese delle meraviglie è un film di animazione prodotto da Walt Disney. Il film è un adattamento dei libri "Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie" e "Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò" di Lewis Carroll.
Dopo la sua uscita il film fu molto criticato e fallì al botteghino. La conseguenza dei giudizi negativi furono che non fu riproposto nella sale cinematografiche, come invece accadeva per la maggior parte dei film Disney, nei successivi 23 anni. Fu, però, il primo film Disney ad essere mandato in onda in televisione, in un episodio del programma Disneyland, anche se tagliato per farlo durare un'ora.
La storia è alquanto semplice, e segue sostanzialmente i romanzi di Carrol, la forza di questo film è nei personaggi strampalati e nel gusto per la follìa. Carrol descrive un mondo di pazzi che appare divertente ma che, di fatto, non può funzionare proprio per la mancanza di logica. Nel film questo messaggio risulta un po' sfocato ma alcuni dei personaggi che compaiono sono tanto azzeccati da elevare l'intera pellicola al rango di "Classico Disney".
Il racconto è quello della ragazzina Alice che si annoia quando le si leggono libri o le si chiede di far di conto; secondo lei il mondo ideale è quello fatto di animali che parlano e vivono in casette, di fiori con cui discutere, di cose irrazionali senza bisogno di spiegazione alcuna.
Un giorno, durante una lezione all'aperto, Alice si assopisce e sogna il Bianconiglio, un coniglio in panciotto e con l'orologio, che si preoccupa per il ritardo. Alice lo segue e si ritrova nel mondo che desidera. Tutto è strano e divertente, ma tutto è illogico e incomprensibile. Basta mangiare un biscotto per diventare grandi, ma grandi davvero, oppure piccoli, appena visibili.
Alice si ritrova a navigare in una bottiglia, poi corre la "Maratonda" seguendo il canto del Capitan Libeccio. In seguito, la ragazzina, si perde nel bosco. Qui incontra Pinco e Panco che le raccontano una storia che lei non vuol sentire e quando rivela di cercare la sua strada, arriva lo Stregatto a farle presente che nessuna strada è la sua, perché tutte le strade appartengono alla Regina di Cuori. Alice decide di recarsi dalla sovrana per domandarle aiuto, nonostante lo Stregatto la sconsigli definendola una pazza, ma dato che in quel mondo un po' pazzi lo sono tutti, che differenza può fare?
l viaggio è lungo e pieno di incontri. Una musica di festa attira la ragazzina fino ad un giardino dove lo stralunato Cappellaio Matto e il non meno curioso Leprotto Bisestile stanno festeggiando allegramente un non compleanno, ricorrenza che non celebra nulla e serve solo a mangiare torte e a bere the. D'altra parte perché aspettare il compleanno che arriva una sola volta ogni anno per festeggiare? Molto meglio fare festa ad ogni non compleanno! Logico, no?
Esilarante la sequenza del the che viene continuamente offerto ad Alice la quale però non riesce neppure ad assaggiarlo. Una sequela di gag una più squinternata dell'altra che crea, forse, il più riuscito momento del film.
Ancora musica quando la ragazzina giunge in un giardino fiorito dove i fiori stessi intonano canti melodiosi, ma quando si cerca di capire a quale specie di pianta appartenga Alice, l'idea che si tratti di una pianta selvatica fa sì che la piccola venga cacciata.
Dopo una bella chiacchierata con il Brucaliffo, Alice riprende il suo percorso verso la dimora della regina.
Quando ci arriva scopre delle carte da gioco animate tutte prese nell'opera di riverniciatura delle rose che, da bianche che sono, devono diventare rosse, pena la decapitazione immediata. Di lì a poco la Regina arriva e scopre il colore fasullo. Sentenza subitanea: a morte i colpevoli!
Poi la regina incontra Alice e la invita ad una partita di croquet, giocata con dei buffi fenicotteri utilizzati a mo' di mazze. Grazie ad un abile gioco.... di gruppo, la Regina vince, ma il colpevole di un mancato punto viene decapitato.
La riapparizione dello Stregatto porta un piccolo dramma: la regina cade gambe all'aria e qualcuno deve essere decapitato per l'affronto. La prescelta è Alice. Un veloce (e naturalmente folle) processo di forma accompagna la ragazzina incontro al suo destino. Lei fugge e arriva a capire che si tratta di un sogno, uno strano, confuso, caotico e pericoloso sogno. La sola salvezza sta nel risveglio e nel ritorno alla realtà.
Una storia estremamente elaborata, quindi, che lascia ampio spazio ad ogni tipo di interpretazione. Nel film si perde ogni punto di riferimento: niente è più sicuro. Il linguaggio diventa un modo per dare vita a innumerevoli giochi di parole, creando confusione invece che chiarimenti. La stessa Alice muta il suo aspetto repentinamente, fino ad arrivare al punto di non saper più rispondere alla domanda postagli dal bruco: “ma tu chi sei?”. Il nonsenso regna quindi sovrano, in un mondo che in fin dei conti non è altro le lo specchio di quello reale portato all’eccesso. Nell’ultima avventura vissuta da Alice, il processo al Fante di Cuori, si può assistere al delirio più totale e all’ironizzazione delle assurde leggi che regolano anche il nostro mondo .“Alice non era mai stata in tribunale, ma aveva letto dei libri che ne parlavano e fu molto compiaciuta di scoprire che sapeva il nome di quasi tutto quel che si trovava là dentro.” Una corte di giustizia tale e quale a quella reale, quindi. La piccola Alice si stupisce nel vedere che i dodici giurati abbiano da scrivere qualcosa prima che il processo sia cominciato: “Scrivono il loro nome, - le sussurrò in risposta il grifone, - per paura di dimenticarlo prima della fine del processo”. L’ incompetenza dei giuristi si fa risentire poco dopo: “ la giuria scrisse in gran fretta tutte e tre le date sulle lavagne , poi le sommò e ridusse il totale in scellini e pence”. Un processo ai limiti dell’assurdo, dove i testimoni sono pressoché inutili essendo estranei alla vicenda e il giudice richiede alla giuria una sentenza ancor prima dell’inizio del processo. C’è da chiedersi se fatti come l’inventare nuove leggi sul momento, a proprio piacere, da parte della Regina, non rispecchino in qualche modo dinamiche sociali presenti nella nostra società. Anche nella realtà che ci circonda , infatti, spesso i governanti usano le leggi a proprio vantaggio, andando contro quelli che dovrebbero essere i diritti di ogni cittadino. Nel film si presenta quindi un mondo adulto bisognoso di essere risanato, un mondo visto dagli occhi innocenti di una ragazzina. Una critica indiretta e delicata che fa capire come i bambini siano in grado, grazie alla loro purezza, di andare al di là delle costrizioni che legano la realtà dei grandi. In conclusione tutto quello che si legge nel libro è la storia di un sogno. E dei sogni il Paese delle Meraviglie ha l’incoerenza, l’illogicità, la tendenza a capovolgere e deformare situazioni e dimensioni. Ma nei sogni, ci dice la psicanalisi, si rivela la parte più profonda e segreta della nostra personalità e della nostra psiche, quella che sfugge agli schemi razionali. E bisogna saper leggere fra le righe per trovare tutti i collegamenti e i significati nascosti. «- …qui siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta. -Come fai a sapere che io sono matta?- dice Alice allo stregatto. -Lo devi essere per forza,- risponde lui,- altrimenti non saresti venuta qui.»
Chi non ha mai sognato di poter entrare almeno per un attimo nel "paese delle meraviglie"...?quasi quasi ora me lo riguardo:)...
RispondiEliminaanche qui c'hai raggione paolino!! lo guardo sempre cn il mio ragazzo, sai quando non sai cosa fare...e ti dici...amo' metti su alice che insegue il bianconiglio nano...
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